venerdì 6 maggio 2011

Chi semina vento, vivrà nel deserto

Ho visto i manifesti di Magdi Allam – quelli con i musulmani in preghiera davanti al Duomo di Milano e l’imperiosa scritta “Mai più”.
E li ho trovati osceni.
Osceni per la brutalità del messaggio.
Osceni pensando a chi sia il mittente.
E osceni, soprattutto, per lo spregio alla Costituzione.
L’ennesimo – fatto in nome di una campagna elettorale becera e senza proposte.

E’ fuor di dubbi che il tema delle moschee – con il vissuto negativo che le accompagna – sia un tema delicato.

Ma non è certo con gli slogan e con i divieti che lo si risolve.
La libertà di culto è tutelata dalla nostra Costituzione, e già per questo il Comune di Milano dovrebbe garantire alla comunità musulmana di Milano luoghi di culto adeguati.
Ma ci sono anche mille altri motivi per affrontare la questione.
La religione è un tema fondamentale per l’integrazione e l’accettazione di chi viene da fuori.
Negare il problema e dire no alle moschee non risolve la situazione, la peggiora.
Nella migliore delle ipotesi, come già avviene oggi, i musulmani si riuniranno per la preghiera in appartamenti o altri luoghi privati.
Con evidente fastidio di chi abita in quei palazzi ed è disturbato e intimorito da presenze che, per la stessa amministrazione, sono sgradite in quanto pericolose e aliene alla nostra civiltà.

Nella peggiore delle ipotesi, si cercherà invece di concentrare le moschee e i luoghi di culto diversi da quelli cattolici in zone già tormentate dal problema dell’immigrazione e della mancata integrazione (via Padova e via Imbonati, ma non solo).

Una strada diversa c’è – ed è quella di garantire ai musulmani di Milano luoghi di culto dignitosi e accessibili, che garantiscano – al tempo stesso – il rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione e sicurezza ai cittadini italiani.

E’ un percorso più lungo e, forse difficile, ma l’unico che potrà portare, nel giro di pochi anni, ad una vera integrazione e ad una migliore qualità della vita per tutti – italiani, che oggi hanno paura, e stranieri.

L’atteggiamento becero di Magdi Allam è purtroppo solo l’ultimo (per ora) esempio di una politica aggressiva e senza proposte, di una politica urlata e fatta di slogan senza fondamento.
Il cui unico risultato è quello di togliere spazio alla riflessione e al confronto, e di portarci sempre più verso il deserto culturale e sociale.

Eppure un'altra Milano è possibile: chi è stato alla festa di via Padova dell'anno scorso lo sa bene


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