domenica 8 maggio 2011

Da via Padova a Palazzo Marino … e ritorno


Ieri è stata la giornata delle 100 piazze per Pisapia e si è chiusa con una folla, arancione e festante, in piazza della Scala – davanti a Palazzo Marino.
Una presenza simbolica, soprattutto per chi non vive in centro ma in quella che, poco più di un anno fa, è stata definita estrema periferia – via Padova.

Geograficamente e topograficamente la definizione lascia qualche perplessità – se via Padova è estrema periferia, Corso Buenos Aires non può che essere periferia.
Eppure la definizione è corretta – via Padova, per l’attuale amministrazione cittadina, è estrema periferia, lontana anni luce dai propri interessi e dalle proprie priorità.

Ma via Padova periferia non è – non lo è sulla cartina di Milano, perché è attaccata a Corso Buenos Aires (una delle più importanti vie dello shopping di tutta Europa, ci insegna il sindaco uscente); e non lo può essere per l’amministrazione di Milano.
Perché vi Padova, che piaccia o non piaccia, è un’arteria pulsante – di vita, di colori, di storie quotidiane fatte di drammi e di speranze.
Nel bene e nel male via Padova c’è ed è una realtà che non si può cancellare con un colpo di spugna o con un’ordinanza coprifuoco.

Anche per questo ieri è stato importante che, proprio partendo da Via Padova, il comitato per Pisapia di zona 2 sia confluito in piccoli gruppi verso Palazzo Marino e a piccoli gruppi sia rientrato verso via Padova.

Perché ieri sono state le periferie a convergere verso il centro, ma quello che voglio è che presto succeda anche il contrario.
Che sia Palazzo Marino a guardare verso le periferie
Che il sindaco e gli assessori in Via Padova ci vengano (e non di notte, travestiti e accompagnati dai figli, come ha raccontato la Moratti – adesso, poi, possiamo anche immaginare il travestimento – figlio Batman e mamma Catwoman)
Che i Consigli di Zona abbiano la possibilità e la capacità di decidere, diventando prima luoghi di ascolto e poi portavoce delle istanze, vere, del territorio e di chi ci abita.

E’ nel programma di Giuliano Pisapia.
Ed è uno dei motivi per cui mi sono candidata in Consiglio di Zona – perché voglio veramente che le zone, i quartieri e le associazioni abbiano la possibilità di decidere, con i propri rappresentanti, le proprie priorità e non siano costretti ad aspettare, come oggi, che da Palazzo Marino qualcuno lanci uno sguardo pietoso verso via Padova, perché tra poco si vota o perché è morto un ragazzo.

Da Palazzo Marino a Via Padova si può – io ci credo

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